Si sente spesso parlare dell’importanza del microbiota e del microbioma intestinale anche per i nostri amici cani e gatti e i due termini vengono frequentemente confusi o utilizzati come sinonimi. In realtà, non lo sono affatto, poiché:

  • per microbiota si intende il pool di microrganismi, che colonizza un determinato distretto dell’organismo, come ad esempio la cute, l’intestino o i genitali.
  • per microbioma invece si intende la quantità di materiale genetico posseduto dal microbiota, ovvero il DNA di questo pool di microrganismi.

I geni posseduti dal microbiota sono in grado di interagire con quelli dell’ospite, che lo alberga, e pare che la quantità di DNA del microbiota sia addirittura superiore a quella del suo ospite, ovvero al materiale genetico di uomo, cane o gatto, che albergano i microorganismi. In pratica, all’interno del nostro corpo, abbiamo un vero e proprio organismo vivente, rappresentato proprio da questi microrganismi. In medicina umana, è stato dimostrato che il 99% del materiale genetico dell’uomo è infatti apportato proprio dai geni di questi microrganismi ospiti. Da ciò risulta chiaro il ruolo fondamentale dell’equilibrio di questi microrganismi per la salute umana. Anche in medicina veterinaria, gli studi, che indagano questo argomento, sono sempre più numerosi, e la ricerca sull’interazione tra microrganismi del microbiota, il loro materiale genetico, e l’influenza sulle cellule del suo ospite, negli ultimi venti anni è diventata sempre più ricca, attraverso l’analisi metagenomica. Così come accade per l’uomo, infatti, il pool di batteri presenti nell’intestino di cani e gatti è in grado di modulare e rafforzare le difese immunitarie dell’organismo, grazie a diversi meccanismi. Da un lato, la produzione di vitamine e acidi grassi fondamentale per il metabolismo generale, e dall’altro, la “competizione” con germi patogeni.

Microbiota di cani e gatti: quali fattori lo influenzano

Tutte le specie animali, domestiche e selvatiche, pare abbiano il loro microbiota, che influenza attraverso la presenza dei geni del microbioma il loro stato di salute globale.
Quando il microbiota è sano e in equilibrio, si parla di eubiosi, quando questo equilibrio viene a mancare si parla invece di disbiosi.

È fondamentale tenere in salute questi ospiti microscopici, per garantire la salute dei nostri amici pet. Il primo passo per mantenere in salute il microbiota intestinale è la corretta alimentazione. Vi sono numerosi studi, che hanno dimostrato che diete squilibrate possono alterare la flora microbica, favorendo la moltiplicazione di germi patogeni a livello intestinale, a discapito di germi “buoni”. Anche l’età contribuisce a modificare il microbiota intestinale, grazie ad una serie di meccanismi, che vedremo in seguito.  Un altro fattore di rischio per la salute del microbiota è la somministrazione e prescrizione scriteriata di antibiotici, farmaci e antiparassitari, specialmente in assenza di dati di laboratorio diagnostici, che indichino quale sia la molecola più adatta al caso. Anche numerose patologie possono influire sul microbiota causando un disequilibrio tale, da creare una vera e propria disbiosi intestinale. Infine, anche la coabitazione con gli esseri umani e la frequentazione quotidiana di spazi comuni influenza la composizione e la salute del microbiota di cani e gatti. Vediamo insieme questi fattori, che influenzano il microbiota dei nostri pet.

Microbiota di cani e gatti: che impatto ha la dieta alimentare?

Vi sono diversi studi, che hanno indagato le modificazioni del microbiota in cani e gatti in base ai diversi tipi di diete, offerte loro. I cani e gatti alimentati con cibo industriale mostrano lo sviluppo di germi differenti nel pool del microbiota rispetto a quelli alimentati con cibo cucinato o crudo. Questo dato potrebbe dipendere dal fatto che le diete industriali sono maggiormente ricche di carboidrati, i quali sono necessari per la preparazione degli alimenti estrusi, come le crocchette. Il processo di estrusione risulta, infatti, impraticabile, se non vengono aggiunti carboidrati necessari per la fabbricazione delle crocchette stesse. Cani e gatti, che mangiano cibi industriali, hanno quindi un microbiota intestinale composto da ceppi batterici, che sopravvivono meglio con grandi quantità di fibra e non vi sono particolari differenze sulla qualità degli alimenti, con i quali vengono preparati i cibi industriali. Si è visto, infatti, che i cibi industriali di sola origine vegetale e quelli, che contengono proteine di origine animale, creano lo stesso ambiente batterico a livello intestinale, forse per i trattamenti termici, che le proteine subiscono durante il processo di lavorazione. In poche parole, la fonte degli ingredienti dei cibi industriali influisce di poco sulla composizione del microbiota intestinale. I cani e gatti alimentati invece con diete fresche cucinate o a base di alimenti crudi, tendono a sviluppare un microbiota diverso, sia in virtù del maggiore apporto di proteine di origine animale, che dello sviluppo di batteri in grado di digerire queste proteine. Alcuni studi recenti hanno valutato anche l’impatto delle diete a base di carne cruda, come la dieta BARF, sul microbioma intestinale di cani sani, rispetto ai cani alimentati con crocchette, e i dati emersi suggeriscono che i cani, che seguono una dieta cruda per un lungo periodo, abbiano un microbioma più ricco e uniforme rispetto al gruppo di controllo dei cani alimentati con cibo industriale. È importante quindi rivolgersi a un medico veterinario nutrizionista, che imposti da subito un piano alimentare adeguato per il tuo pet, in modo da mantenere in equilibrio il microbiota intestinale.

Microbiota di cani e gatti: l’età conta?

Come abbiamo accennato, il microbiota intestinale dei nostri pet si modifica nel corso della loro vita, anche in base all’età. Come accade per gli esseri umani, la colonizzazione batterica, e, quindi, la composizione del microbiota, inizia prima della nascita ed è influenzata da diversi fattori, come:

  • la salute della madre
  • l’alimentazione in gravidanza
  • e il tipo di parto.

Quest’ultimo dato non è stato ancora dimostrato in medicina veterinaria, anche se pare che il parto cesareo abbia un’influenza negativa sul microbiota dei nascituri, rispetto a quello naturale, in quanto, in caso di parto naturale, il neonato riceve durante il passaggio nel canale del parto una prima contaminazione batterica, in parte protettiva, grazie ai batteri presenti in loco.

Durante le prime settimane di vita, quando i cuccioli e i gattini si alimentano esclusivamente con il latte materno o artificiale, si assiste ad altre modificazioni digestive, causate da una serie di eventi, come ad esempio il progressivo consumo di ossigeno nell’intestino o la crescente capacità dell’intestino di assorbire nutrienti, produrre acidi biliari e sviluppare funzioni immunitarie. Anche in questo caso, vi sono notevoli differenze tra il microbiota di cuccioli e gattini allattati dalle madri e quelli allattati con latte artificiale. Nel latte materno e sulla cute delle mammelle, sono contenuti una serie di microrganismi, in grado di colonizzare l’intestino dei piccoli e che si sono dimostrati abili a generare un microbiota equilibrato, rispetto a quello che si sviluppa assumendo latte artificiale.

Durante lo svezzamento si ha poi la vera e propria maturazione del microbiota in relazione al cambio di alimentazione da lattea a solida. Questa fase è di cruciale importanza per il corretto sviluppo di un microbiota forte e sano, e, pertanto, per avere futuri individui adulti forti e sani. Malgrado infatti vi siano evidenze di un trasferimento batterico intrauterino da madre a feto, quello che è certo è che dopo la nascita avviene la colonizzazione del tratto gastrointestinale del nascituro in maniera molto rapida e repentina e, pertanto, in questo delicato periodo, vi è una grande instabilità del microbiota, che è correlata a una grande fragilità digestiva di cuccioli e gattini.  Durante lo svezzamento si ha poi un nuovo repentino cambiamento delle popolazioni batteriche intestinali, le quali attecchiscono o tendono a diminuire a seconda del cibo proposto per il passaggio all’alimentazione solida. Questa fase è molto delicata ed è importante per la salute del nostro amico a quattro zampe.

Quando cani e gatti divengono adulti, fatte salvo situazioni patologiche, che inducono disbiosi, si ha una certa stabilità dei ceppi batterici presenti a livello intestinale, che si modifica però in concomitanza di cambi dietetici o fattori stressanti.

Andando poi avanti con l’età, cani e gatti, che divengono anziani mostrano un’ulteriore modificazione delle popolazioni batteriche, che compongono il microbiota e, in generale, una diminuzione della diversità dei vari ceppi presenti.

Microbiota di cani e gatti: parliamo di farmaci…

Purtroppo, è molto raro che la prescrizione di un antibiotico o di un antiparassitario sia stata preceduta da un esame batteriologico e un antibiogramma, o nel caso delle parassitosi intestinali, così frequenti nei nostri animali, da un esame coprologico esteso. Questa cattiva abitudine crea resistenze batteriche, causando la proliferazione di ceppi batterici resistenti che, da un lato, peggiorano la salute intestinale dei nostri amici cani e gatti, e dall’altro, contribuiscono ad aumentare il pericoloso fenomeno dell’antibiotico resistenza. Se sospetti che il tuo cane o gatto abbia bisogno di un trattamento antibatterico o antiparassitario, rivolgiti al tuo veterinario curante, che effettuerà delle analisi specialistiche, volte a prescrivere il farmaco migliore.

Quando poi un cane o un gatto hanno problemi gastrointestinali, si tende a effettuare una vera e propria manipolazione della componente batterica intestinale attraverso l’utilizzo di  antibiotici, antiparassitari, probiotici, prebiotici e trapianti fecali, che avrebbero lo scopo di rimpiazzare i germi patogeni, favorendo la proliferazione germi “buoni”. Tuttavia, poiché la composizione del microbiota è molto complessa, i risultati non sono sempre favorevoli.

Per quanto concerne le terapie antibiotiche, come accennato, queste impattano anche sui batteri “buoni”, favorendo l’instaurarsi di una disbiosi, specialmente se questi vengono somministrati per lunghi periodi di tempo. Inoltre, si assiste a proliferazione di germi resistenti, che in caso dei patogeni divengono sempre più difficili da debellare. Vanno quindi prescritti e somministrati antibiotici, soltanto se realmente necessari, e sempre dopo l’effettuazione di test microbiologici, che isolino gli agenti responsabili della patologia e individuino gli antibiotici in grado di combatterli, attraverso l’antibiogramma.

Per ridurre il rischio di disbiosi e favorire il ripristino di una corretta flora intestinale, sono fondamentali i probiotici, presenti nei cosiddetti “fermenti lattici”, e da utilizzarsi in mono terapia o in associazione con altri farmaci. Tra questi i Lactobacillus acidophylus e l’Enteriococcus faecium sembrano tra quelli più efficaci al ripristino dell’eubiosi intestinale per i cani ed i gatti.

Anche i prebiotici sembrano rivestire un ruolo importante, in quanto supportano l’effetto dei batteri probiotici, fornendogli il substrato necessario alla loro colonizzazione. I prebiotici sono spesso delle fibre, o alimenti non digeribili, ma che sono in grado di favorire la crescita selettiva dei batteri buoni. Tra questi vi sono, i Fos (frutto-oligosaccaridi) e i Mos (mannano-oligosaccaridi), che sono tra quelli più efficaci a modulare questa azione di colonizzazione.

Per quanto concerne, invece, il trapianto di microbioma fecale, questo sembra avere risultati incerti in veterinaria e servono studi più approfonditi per valutarne l’effettiva efficacia nel migliorare la qualità del microbiota intestinale.

Microbiota di cani e gatti: quali sono le relazioni con le malattie più comuni?

Sono numerose le condizioni patologiche, che influenzano negativamente il microbiota intestinale. Tra queste:

  • patologie infiammatorie,
  • metaboliche,
  • autoimmunitarie,
  • allergiche
  • e neoplastiche.

In corso di queste patologie, si è visto che il microbiota dell’animale, che ne è affetto, risulta disbiotico. Studi recenti hanno associato la disbiosi:

  • all’obesità,
  • alle malattie metaboliche,
  • ai tumori,
  • alle patologie neurologiche
  • e a molte altre condizioni,

sia nei cani sia negli esseri umani.

Poiché non è stata dimostrata chiaramente la relazione tra malattia e disbiosi, questa potrebbe quindi essere, sia uno dei sintomi della malattia, che sua causa. Oltre a patologie sistemiche, vi sono poi cause locali di disbiosi, come ad esempio:

  • le diarree acute non complicate,
  • la sindrome diarroica emorragica
  • e le enteropatie croniche.

In questi casi, il supporto con prebiotici e probiotici risulta fondamentale per il ripristino di una corretta popolazione batterica intestinale.

I germi dei cani e gatti e dei loro umani

Da un recente studio presentato al congresso europeo di “Microbiologia clinica e malattie infettive” (ECCMID), studio condotto da più Istituti, dalla dottoressa Juliana Menezes dell’Università di Lisbona e della dottoressa Sian Frosini del Royal Veterinary College, Regno Unito, e colleghi, è emerso che in un nucleo familiare, composto da esseri umani e animali, i componenti del gruppo presentavano un microbioma molto simile, e non è chiaro se siano i pet, che contaminino gli esseri umani o il contrario. Questo studio osservazionale indica che il contatto ravvicinato con gli animali domestici possa causare la colonizzazione con batteri resistenti agli antibiotici, se questi sono presenti nel microbiota dei pet. Secondo questo lavoro, anche gli animali da compagnia potrebbero essere dei serbatoi di batteri resistenti agli antimicrobici, specialmente se anche essi assumono antibiotici in modo scriteriato. I nostri pet infatti condividono con noi gli spazi della casa, gli alimenti e spesso anche le molecole farmacologiche, e pertanto è ipotizzabile un passaggio di microrganismi in senso bidirezionale, anche se sono necessari ulteriori studi per averne conferma.

Microbiota di cani e gatti: come mantenerlo in salute?

La disbiosi intestinale è di fatto un’alterazione nella composizione del microbioma con conseguenti cambiamenti funzionali, che incidono sulla salute globale dell’ospite; mantenendo in salute ed equilibrio il nostro microbiota e quello dei nostri amici, l’utilizzo degli antibiotici può risultare superfluo.

Di contro, l’uso protratto nel tempo di cicli di prebiotici e probiotici sembra avere un ruolo protettivo sull’eubiosi del microbioma intestinale. Prodotti, come il Florentero® Act, contengono prebiotici e probiotici oltre che vitamine, sali minerali e nucleotidi, combinati in modo da supportare il buon funzionamento dell’intestino, attraverso il supporto ai germi “buoni”, che compongono il microbiota, e possono essere somministrati per prevenire condizioni predisponenti alla disbiosi, quindi in concomitanza di cambiamenti della dieta, terapie farmacologiche, patologie, che alterano il microbiota e in tutte le fasi cruciali della vita, ovvero dalla gravidanza, all’allattamento e certamente durante lo svezzamento. In caso di diarree acute, invece, è più indicato il Florentero® Fast, che oltre ai prebiotici e probiotici, è arricchito di componenti, che aiutano a consolidare le feci e agevolano il ripristino dell’integrità della mucosa intestinale; inoltre, vi è un complesso di sali minerali e vitamine, che migliorano lo stato di disidratazione e di astenia del nostro pet, affetto da diarrea acuta.

Chiedi al tuo veterinario quale Florentero® è più indicato per il tuo amico! Tenere in salute l’intestino dei nostri amici e il loro microbiota è fondamentale per la loro salute globale, poiché come disse anche Pasteur, fondatore della moderna microbiologia, “Il microbo è nulla, il terreno è tutto”.